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Cos'è COMDATA SpA
La Comdata SpA è un'azienda che offre servizi in outsourcing. Nata ad Asti negli anni 90 come Tecnodata, inizia a fornire servizi alle aziende nel settore del data entry. Nel corso degli anni si è espansa fino ad approdare a Torino nel 2004. E' qui che decide di insediare la propria sede legale. Nella sede di Torino vi lavorano 600 operatori distribuiti in diverse "commesse". Fino allo scorso anno la "commessa" che occupava il maggior numero di operatori era rappresentata dalla Telecom Italia che con l'assistenza fonia e adsl per il servizio 187 ed il customer care del servizio 191, il numero riservato ai clienti business, copriva la quasi totalità dei lavoratori della sede Comdata di Torino. Oggi oltre a quest'ultima vengono gestiti il servizio assistenza clienti di Eni-gas, Wind-Infostrada, il data entry di società finanziarie che offrono credito a consumo come Santander, Linea e Sava (società finanziaria che permette di acquistare a rate auto Fiat). La scelta di fare di Torino la sede legale è stata salutata con entusiasmo da tutte le istituzioni cittadine: a questo proposito non va dimenticata la visita del primo cittadino Sergio Chiamparino nel novembre 2005 e/o i numerosi articoli apparsi sulla locale stampa padronal-progressista, tutti concordi nell'incensare lodevolmente il modello Comdata, un'azienda che decide di rischiare (sic!) investendo proprie risorse in quella che fu l'antica capitale sabauda. Già ma sarà utile guardare con la lente d'ingrandimento quali sono i prezzi di questo presunto modello. Tanto per cominciare gli addetti operatori che vengono assunti, sia che siano addetti call center o che si occupino di data entry, vengono inquadrati al secondo livello del contratto delle telecomunicazioni e non al terzo come prevede il contratto nazionale. Lo scatto al terzo livello avviene dopo 21 mesi (accordo firmato da centrali sindacali e azienda: stabilisce che dopo 21 mesi nei quali all'azienda viene permesso di poter disporre del lavoratore secondo il proprio interesse, questo passa dal secondo al terzo livello). 21 mesi di regali ai padroni per un lavoro sottoinquadrato! Parliamo invece degli stipendi, questi si che sono il fiore all'occhiello dell'azienda: per un neoassunto che lavora 40 ore settimanali il salario si attesta tra i 920-950 euro al mese, non va meglio a chi è passato dopo i fatidici 21 mesi al terzo livello in quanto questo raggiunge a stento gli agognati 1000 euro. E' bene ricordare che Comdata ha fatturato nel 2006 un utile di 135 milioni di euro e nel 2007 la cifra che si va definendo parla di oltre 220 milioni di euro. L'attività di tutte le commesse è regolata dalla produzione. In ognuna di esse vi sono obiettivi che ogni singolo lavoratore deve raggiungere pena il mobbing, ed in ultimo il mancato rinnovo del contratto, minacce ecc. Tutti i lavoratori di Comdata sono accompagnati nella loro postazione dal foglio di produttività dove a fine giornata il team leader (o per meglio dire il kapò) sottopone il lavoratore che non raggiunge gli obiettivi fissati a vere e proprie reprimende lesive per la dignità umana. La flessibilità è forte, in alcune commesse si lavora su sette giorni, in simili condizioni fare dei progetti di vita diventa proibitivo, affetti e vita privata sono praticamente azzerati dal momento che quando si giunge a casa restano poche energie per coltivare un qualsiasi altro interesse. L'azienda non fornisce il rimborso per il buono pasto cosa che costa al lavoratore Comdata 100 euro al mese che si vanno a sottrarre al già magro stipendio (per chi non sapesse la Comdata ha sede nel pieno centro di Torino, immaginate quanto si deve spendere giornalmente per un pasto!). Sul tema delle stabilizzazioni l'azienda ha raggiunto un accordo con i sindacati confederali secondo il quale il 60% del personale deve essere assunto a tempo indeterminato, ma su questo accordo (che deve essere rivisto ogni fine anno per decidere chi ha diritto alla trasformazione del proprio contratto a tempo indeterminato) regna un alone di mistero un po' sospetto. Ai lavoratori è infatti impedito di conoscere le dinamiche che portano alla stabilizzazione del posto di lavoro. L'elezione-farsa delle rsu del settembre 2006 non ha sostanzialmente cambiato i rapporti di forza: gli eletti rsu in questo primo anno non si sono certo distinti nella difesa della rappresentanza di chi li ha eletti, bensì hanno dimostrato di avere notevoli attitudini come pompieri pronti a spegnere qualsiasi forma di autorganizzazione dei lavoratori. La modalità di scelta per l'elezione di questi ultimi è avvenuta all'interno delle centrali sindacali senza alcuna partecipazione collettiva dei lavoratori. In sostanza gli rsu eletti sono trincerati secondo il classico schema delle tre scimmiette (non vedo non sento non parlo), in sostanza registrano le decisioni che i burocrati confederali prendono d'accordo con la proprietà alle spalle dei lavoratori, nei confronti di quest'ultimi invece hanno sempre parole del tipo "ma perchè queste cose non ce le venite a dire"?!?!?! Appunto. Nel frattempo nel corso di questi ultimi mesi la rabbia e l'insoddisfazione stanno montando. In un'assemblea dove i lavoratori erano chiamati a votare (sarebbe meglio dire ratificare) il secondo biennio economico del contratto delle Telecomunicazioni firmato dalle centrali confederali che si è svolto nello scorso settembre, di fronte all'arroganza di un dirigente sindacale il quale rivendicava l'aumento di 70 euro per il quinto livello (parlava di fronte a lavoratori inquadrati tra il secondo e il terzo livello!) una lavoratrice gli ha rinfacciato che con i salari che riceviamo siamo scivolati nella soglia dei cosiddetti indigenti, ha inoltre aggiunto che il lavoratore Comdata è un lavoratore triste perchè sempre più spesso per arrivare a fine mese deve ricorrere all'aiuto economico dei genitori visto che il salario che riceve non basta per affrontare le numerose spese. Per maggiori info: Vincenzo Graziano flmu_tlc_to@cubpiemonte.org
DOCUMENTI
5 giugno 2017 - Per il diritto dei lavoratori di scegliere la propria rappresentanza10 gennaio 2017 - Comunicato sui lavori di adeguamento strutturale nella sede torinese di Comdata
COMDATA
22 aprile 2013 - Se 4000 euro vi sembrano pochi - Conferenza stampa 1° parte 22 aprile 2013 - Se 4000 euro vi sembrano pochi - Conferenza stampa 2° parte
RIMETTI IN MOTO L'ECONOMIA: STABILIZZA GLI OPERATORI DEL CALL CENTER ENI
23 MARZO 2009: SCIOPERO GENERALE
LUNEDI' 23 MARZO 2009 SCIOPERO NAZIONALE DI 8 ORE contro la politica dei tagli per il mantenimento di tutti i posti di lavoro per la redistribuzione dei profitti al fine di garantire il livello occupazionale
PRESIDIO DALLE ORE 7.30 Via Carlo Alberto 22/A - Torino
PRESIDIO ALLE ORE 10.30 di fronte la sede della Giunta della regione Piemonte Piazza Castello - Torino
UNO SU QUATTRO?
16 LUGLIO 2008: SCIOPERO DI TUTTI I LAVORATORI E LE LAVORATRICI COMDATA!
NON PASSA L'ACCORDO IN COMDATA
Non è passato l'ipotesi di accordo sulla trattazione di secondo livello che cgil-cisl (la uil non ha firmato) hanno in data odierna sottoposto ai lavoratori comdata della sede di Torino. Eppure la giornata per i funzionari confederali calati in azienda era cominciata sotto i migliori auspici: infatti la prima delle tre assemblee approvava la piattaforma ma con un risultato tutt'altro che unanime il 40% diceva no (si 66 no 46). Nelle altre due restanti assemblee il ribaltone si avverava. Una schiacciante maggioranza si esprimeva per la bocciatura senza appello dell'ipotesi di accordo: nell'ultima assemblea i sì si fermavano a 17 mentre i no raggiungevano quota 52. Adesso l'accordo verrà proposto alle altre sedi sparse nel resto del paese, ma il segnale che viene da Torino è importante in quanto in questa città l'azienda ha deciso di fare il suo polo principale. L'accordo firmato la scorsa settimana da cgil-cisl e azienda mirava a definire una serie materie di contrattazione di secondo livello tra le quali il premio di risultato, l'inquadramento, l'orario di lavoro multi-periodale, refezione e sistema integrativo. Durante le assemblee nonostante i tentativi di indorare la pillola da parte di cgil-cisl i lavoratori non abboccavano al concetto "questo era il miglior accordo che si potesse strappare" e piano piano hanno cominciato ad incalzare i funzionari burocrati mettendo in evidenza i punti critici dell'ipotesi di accordo. In particolare numerosi interventi hanno messo in rilievo: il discrimine che l'accordo attua nei confronti di chi si ammala per più di sette giorni all'anno ai quali in proporzione verrà scalato l'eventuale premio di risultato, l'incitamento ad una produzione sempre maggiore per raggiungere il livello minimo al di sotto del quale non scatta il premio di risultato, i permessi che non contemplano quelli per studio. Particolarmente stizzoso il comportamento di cgil-cisl nei confronti dei lavoratori che facevano notare come i sindacati avessero indetto lo sciopero dello scorso 27 dicembre con una precisa piattaforma (istituzione, buoni pasto, premio di risultato, passaggio automatico al quarto livello dopo il 36esimo mese di contratto). Nonostante ciò, dimostrando scarso senso del ridicolo, si lanciavano in una sperticata quanto stucchevole difesa dell'azienda rivendicando il fatto che l'ipotesi di accordo prevede un esborso per comdata di 12 milioni di euro (comdata nel 2007 ne ha fatturati 250!). Alla fine a forza di insistere con concetti ultimativi del tipo se non passa cade il mondo (il lapsus aveva qualcosa di freudiano probabilmente si riferiva al loro mondo lontano anni luce dalle problematiche e dai reali bisogni dei lavoratori!) l'ipotesi d'accordo non passava con buona pace dei sindacati. Questi pensavano di venire a fare una passeggiata magari cavandosela con qualche pacca e rassicurazione di stampo paternalistico ma non hanno fatto i conti con la determinazione dei lavoratori che autonomamente hanno dimostrato che nessuno meglio dei lavoratori stessi è in grado di difendere i propri interessi.
COLLETTIVO LAVORATORI COMDATA
Documenti
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...Chiediamo che venga riaperto un tavolo di trattative che tenga conto della volontà espressa in sede di assemblea dai lavoratori... |
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Volantino del Collettivo Lavoratori COMDATA. |
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...Chiediamo che la voce torni ai lavoratori, che si organizzino delle assemblee e che lì si decida su come intraprendere altre forme di mobilitazione, ribadendo che i lavoratori non lasceranno più deleghe in bianco a rappresentanti che si proclamano difensori dei diritti di chi lavora ma che in realtà sembrano più essere lo strumento padronale... |
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Il 17 dicembre 2007 tutte le trenta RSU hanno presentato alla COMDATA una serie di richieste avanzate dai lavoratori e dalle lavoratrici nelle assemblee che si sono svolte in questo autunno. Tali richieste, sintetizzate in una piattaforma, hanno lo scopo di chiedere all'azienda l'istituzione dei buoni pasto per tutti i lavoratori impegnati oltre le sei ore e il passaggio automatico al 4° livello di tutti gli operatori dopo il 36° mese di contratto. La risposta della controparte è stato un niet su tutte le richieste avanzate dai lavoratori. L'azienda si è giustificata con argomentazioni di natura squisitamente economica, in particolare i delegati padronali non hanno mancato di rimarcare che la COMDATA SpA è un'azienda che reinveste totalmente i propri utili e hanno sostenuto che queste richieste non sono economicamente sostenibili visto l'impegno profuso in questa fase di consolidamento. A questo punto tutti gli RSU hanno deciso di rompere le trattative e hanno indetto per giovedì 27 dicembre uno sciopero per l'intera giornata lavorativa (7-23) di tutti i lavoratori e le lavoratrici delle sedi COMDATA in Italia.
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